Monet Experience

La Mostra

Monet Experience è la rivoluzione del colore, la scelta della pittura en plein air, la scoperta della città, della natura e della vita in tutto il suo dinamismo, la rottura con la pittura accademica, lo scandalo dei borghesi e le polemiche degli intellettuali, la rottura delle convenzioni accademiche, la scoperta di un nuovo modo di fare arte: tutto questo è la produzione di Crossmedia Group sulla grande pittura impressionista.

Monet Experience significa attraversare i capolavori del pittore che più ci ha insegnato a cogliere la bellezza della natura  en plein air. Allo stesso tempo, Monet Experience è la vita nell’irripetibile istante della sua rivelazione. Come nessun altro prima o dopo di lui, Monet riesce a cogliere l’attimo di in cui la realtà diventa immagine nelle corrispondenze tra luce e colore, movimento e stasi, natura e artista.

La produzione di Crossmedia Group, è un percorso virtuale di musica e immagini, che asseconda l’incantesimo della grande arte impressionista. Un itinerario in direzione della totalità dell’arte fruibile da tutti, da vivere in prima persona attraverso il linguaggio contemporaneo del digitale. La narrazione immersiva esalta i cromatismi della pittura impressionista.

Nell’arco di 45 minuti, la mostra propone al pubblico un approccio digitale e anticonvenzionale ai quadri più celebri dell’Ottocento francese.

Monet Experience

Gallery

Impressionismo e Impressionisti

Sebbene non sia semplicissimo considerare l’impressionismo come un movimento unitario e omogeneo, si possono rintracciare alcuni elementi di continuità stilistica: in primo luogo, gli impressionisti dipingevano prevalentemente all’aria aperta, en plein air. Nel 1859 erano infatti stati introdotti sul mercato i colori industriali in tubo, che, insieme al cavalletto da campagna, resero la pratica pittorica indipendente dagli atelier. Altre caratteristiche comuni erano i contrasti di luci e ombre e i colori forti, vividi, che avrebbero fissato sulla tela le sensazioni del pittore di fronte alla natura.

Il gruppo si formò a Parigi intorno agli anni sessanta dell’Ottocento. Dopo aver provocato scandali e subito rifiuti da parte del grande pubblico così come dalla maggioranza dei critici, i giovani artisti decisero di unire le forze per organizzare delle mostre indipendenti. Questa idea si concretizzò per la prima volta nel 1874 a Parigi, quando fu allestita una mostra presso lo studio del fotografo Nadar. In quella circostanza, furono riunite le opere di trenta artisti tra cui Paul Cézanne, Edgar Degas, Claude Monet, Berthe Morisot, Camille Pissarro, Auguste Renoir e Alfred Sisley.

Il termine impressionismo nacque invece in seguito a un articolo del critico d’arte Louis Leroy a proposito del quadro di Monet, Impression. Soleil Levant. Il critico stroncò l’opera, criticandone l’aspetto che a parer suo era quello di un dipinto incompiuto, capace soltanto di trasmettere un’impressione. Fu allora che Monet e i suoi colleghi adottarono polemicamente l’appellativo di “impressionisti”. Gli impressionisti subirono dapprima violente critiche da parte della stampa e del pubblico, ma successivamente ricevettero il sostegno dei primi collezionisti, in particolare di Gustave Caillebotte, con il cui sostegno furono organizzate le prime mostre.

A partire dal 1880 la ricezione della pittura impressionista iniziò a cambiare grazie al sostegno del nuovo governo di Léon Gambetta e di critici come Émile Zola. Le opere entrarono gradualmente nei musei e nel mercato dell’arte. Il mercante Paul Durand-Ruel svolse un ruolo cruciale nel sostegno e nella diffusione dell’impressionismo. Dal 1886, grazie alla pittrice Mary Cassatt, le opere impressioniste fecero il loro ingresso negli Stati Uniti dove ottennero un grande successo, consacrando Monet e portando allo sviluppo di scuole impressioniste fuori dalla Francia. Gli anni 1890 videro la morte di Morisot, Caillebotte, Sisley e la dispersione del gruppo, mentre si sviluppavano nuove avanguardie a cui aderirono certi impressionisti come Cézanne e Pissarro.

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