Klimt Experience

La Mostra

Klimt Experience è il compimento digitale del grande progetto di opera d’arte totale vagheggiato da Gustav Klimt e i suoi adepti, gli artisti della Secessione Viennese. Una grande narrazione, totalizzante e immersiva, in cui l’arte si fonde con la tecnica e l’artista è allo stesso tempo il soggetto e l’oggetto della contemplazione.

Klimt Experience è la produzione di punta di  Crossmedia Group. Dedicata a un artista amato dal grande pubblico e dai più giovani, l’esposizione immersiva è già stata presentata nelle principali città italiane e nel mondo, tra cui Shangai, dimostrandosi capace di catturare un pubblico universale. Questa esperienza porta a compimento il programma wagneriano dell’opera d’arte totale, il grande ideale sotto le cui insegne si erano raccolti i secessionisti. Come allora, anche oggi la sfida consiste nel riuscire a pensare l’arte oltre i confini che ha storicamente avuto, e consentire il suo incontro con le tecnologie rinnovate. Con le parole di Klimt, potremmo dire: “nessun settore della vita è tanto esiguo e insignificante da non offrire spazio alle aspirazioni artistiche”.

La narrazione immersiva impiega circa un’ora per condurre il pubblico attraverso l’itinerario artistico di Gustav Klimt, dove le suggestioni visive e musicali esalteranno il trionfo di un’arte che non ha confini.

Klimt Experience

Gallery

Gustav Klimt

(Baumgarten, 14 Luglio 1862 – Vienna, 6 Febbraio 1918)

Gustav Klimt nacque nel 1862 a Baumgarten, un villaggio nei pressi di Vienna. Secondo di ben sette figli, suo padre era un orafo, mentre sua madre era una donna molto colta e appassionata di musica classica. Curiosamente, tutti e tre i figli maschi della coppia si dedicarono alla pittura, ma il talento del giovane Gustav non passò inosservato e infatti già a 24 anni ottenne l’incarico di decorare il cortile del Kunsthistorisches Museum. Completato questo lavoro, la figura di Klimt come pittore cominciò ad avere sempre più successo e questa popolarità lo portò ad avere delle richieste di lavoro sempre maggiori.

Grazie al successo riscosso nel lavoro (supportato anche da un riconoscimento ufficiale da parte dello stesso imperatore Francesco Giuseppe), Klimt poté godere di una situazione economica molto stabile.

Nel 1892 il padre di Klimt venne a mancare e, pochi mesi dopo, anche suo fratello Ernst Klimt morì. Queste due perdite negli affetti familiari furono un duro colpo per il pittore viennese, che decise di fermare la propria attività artistica per circa sei anni. Terminato questo periodo di inattività, Klimt iniziò un personale percorso artistico che un paio d’anni più tardi avrebbe dato vita all’esperienza artistica collettiva conosciuta come Secessione Viennese. Con la creazione di questo gruppo (il cui simbolo era la Pallade Atena, la dea della saggezza), Klimt e i suoi sodali avevano come obiettivo il superamento dei tradizionali confini del concetto di arte e la realizzazione di un programma che avrebbe portato l’arte in ogni ambito della vita. Era a tutti gli effetti un progetto in anticipo su alcune delle più significative tendenze del XX secolo. Le commissioni lavorative ottenute da Klimt erano sempre moltissime e, di conseguenza, la fama dell’artista era in costante aumento. Nonostante tutti i suoi impegni, Klimt trovò sempre il tempo per realizzare delle opere legate al mondo della Secessione Vennese: proprio in occasione della quattordicesima mostra del gruppo, Klimt realizzò il grandissimo Fregio di Beethoven, lungo ben trentaquattro metri.

Nel 1903, Klimt fece ben due viaggi a Ravenna e rimase colpito dai suoi mosaici bizantini: quell’esperienza segnò una nuova fase della sua produzione artistica.

Tornato a Vienna, si mise subito al lavoro e realizzò Giuditta nel 1901, Ritratto di Adele Bloch-Bauer I nel 1907 e il celebre Il Bacio nel 1908. Sono opere contraddistinte dalla presenza ossessiva del colore dorato, dalla semplice bidimensionalità e dall’utilizzo quasi esclusivo di protagoniste femminili, tutte volti di simboli diversi. Il periodo aureo di Klimt si concluse con la realizzazione di Giuditta II nel 1909, che anticipò la nuova fase artistica del pittore che non avrebbe più previsto la presenza dell’oro. L’ultima fase della produzione klimtiana corrisponde al cosiddetto periodo floreale.

Nel gennaio 1918 Klimt venne colpito da un ictus e morì poche settimane dopo.

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