New York è la metropoli che vede gli esordi della street art, il luogo ideale della contemporaneità, della sperimentazione, in cui gli artisti si sentono all’interno di una società libera e democratica, in cui esprimere la propria rabbia e frustrazione mediante una forma di comunicazione nuova e priva di regole.

Street Art

Un nuovo linguaggio, un gergo collettivo in cui i giovani rifiutano ogni appartenenza politica, scegliendo una propria linea logica e sociale. Artisti, creativi, siano essi emarginati, nella maggior parte dei casi considerati vandali, indubbiamente sovversivi, cambiano il volto di alcune aree delle città –  in particolar modo di quelle porzioni di muri delle aree suburbane, vagoni di treni, di metropolitane o stabilimenti industriali abbandonati – inventano nuovi spazi comunicativi, inventano un nuovo codice comunicativo prendendo ispirazione dalla televisione, dagli spot televisivi, dai cartoni animati il tutto accomunato dal pensiero libero e svincolato da ogni regola imposta dalla società e dal buon senso.
Le immagini, fin da sempre il mezzo comunicativo più semplice ed efficace, diviene in questo modo la trasposizione di ogni delusione e insoddisfazione del mondo personale di ognuno di questi artisti, che trova nello spazio pubblico il modo di esprimersi che, nonostante l’anonimato vuole diventare famoso. E proprio l’arte concederà questa possibilità.
Questi giovani con i tag e i murales volevano solo manifestare la propria insofferenza per la vita, per il disagio che li pervadeva e li attanagliava, avevano il mero desiderio di rivalsa e di riscatto, partendo proprio da quel quartiere abbandonato e dimenticato, apponendo una semplice firma su un muro fatiscente qualcuno lo avrebbe riconosciuto.

MICO

Solo nel 1974 avviene la prima rivendicazione politica da parte di un writer: MICO, che protesta contro l’oppressione condotta dagli Stati Uniti verso il Porto Rico, in quanto l’influenza socialista e comunista era ritenuta troppo forte.

Prima di questo episodio il Graffitismo, nonostante fosse il mezzo di comunicazione prescelto per la lotta di classe e per la ribellione dei ghetti, non aveva mai avuto un’esplicita connotazione politica.

L’inizio della Street Art in Europa

In Europa, negli anni Settanta, i graffiti divengono un manifesto di denuncia politica vero e proprio, in cui esplicitare apertamente la propria rabbia e le proprie idee riguardo alla politica, alla società e alle ingiustizie; questo è l’opposto di ciò che avviene in America, dove i singoli writer realizzano le opere solo per il gusto di realizzarle senza alcuna posizione ideologica. In Europa, al contrario, associazioni politico-culturali, collettivi e gruppi elaborano l’arte dei murales, che divengono dei manifesti dalla finalità educative e politiche, protestando contro i soprusi e la violenza il tutto realizzato con un connubio di varietà stilistica, data dalla vivacità cromatica, arricchita di scritte e slogan che fanno da corredo alle immagini ed enfatizzano il messaggio.

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